Narrazioni melodiche del Giappone

Teatro Elfo Puccini
Corso Buenos Aires 33 – Milano
sala Bausch | lunedì 11 giugno 2018
ore 19:30

Asiateatro e Teatro dell’Elfo presentano:

NARRAZIONI MELODICHE DEL GIAPPONE

Nanafuku Tamagawa (Rōkyoku-shi) e Mifune Sawamura (shamisen)
interpretano

SENDAI NO ONIFUFU (L’INVINCIBILE COPPIA DI SENDAI)
CENERENTOLA (adattamento per Rōkyoku della Cenerentola di Charles Perrault, a cura di Nanafuku Tamagawa)

introducono Matilde Mastrangelo e Stefano Romagnoli (Dipart. ISO “Sapienza” Università di Roma)

coproduzione Asiateatro e Teatro dell’Elfo
in collaborazione con Agenzia degli Affari Culturali del governo giapponese, Istituto Giapponese di Cultura/Japan Foundation, Istituto Italiano di Studi Orientali Università di Roma Sapienza.

 

Una cantastorie dei nostri giorni, accompagnata dalla suggestiva musica dello shamisen, declamerà in chiave Rōkyoku due affascinanti storie leggendarie: Sendai no onifufu (L’invincibile coppia di Sendai), tratta dalla tradizione fiabesca giapponese, e Cenerentola, reinterpretazione originale di Nanafuku Tamagawa della celeberrima fiaba di Charles Perrault. Sul palco, con la sua irrefrenabile verve di declamatrice Rōkyoku, la stessa Nanafuku Tamagawa (attrice, autrice, produttrice di eventi Rōkyoku), affiancata allo shamisen da Mifune Sawamura.
Lo spettacolo, in lingua originale con sottotitoli in italiano, sarà preceduto da un’introduzione a cura della prof.ssa Matilde Mastrangelo e del dott. Stefano Romagnoli della “Sapienza” Università di Roma.

 

 

©foto di Yoshinori Mido

Nanafuku Tamagawa, declamatrice Rōkyoku

Allieva di Fukutaro Tamagawa II, nel 1995 debutta nel mondo delle arti declamatorie come musicista di shamisen per Rōkyoku. Affascinata allo stesso tempo dal ruolo di narratore, nel 2001 interrompe la carriera di musicista per dedicarsi alla declamazione. Dal 2004 lavora anche come produttrice e curatrice di adattamenti per Rōkyoku di celebri storie come Cenerentola e La Traviata. Nel 2006 assume il nome d’arte Nanafuku, congedandosi dal vero nome Mihoko. La sua versatilità le offre spesso occasioni di collaborazione con artisti e musicisti di diversi ambiti performativi e musicali. Insegna presso la Kyoto University of Art and Design. È stata nominata “ambasciatrice culturale del Giappone” per l’anno 2018 dall’Agenzia per gli Affari Culturali del governo giapponese, con il compito di far conoscere all’estero la sua arte.

 

©foto di Yoshinori Mido

Mifune Sawamura, shamisen

Originaria della Prefettura di Chiba, durante gli studi universitari Sawamura subisce il fascino della musica del gidayu shamisen (un tipo di shamisen a metà tra il nagauta e lo Tsugaru shamisen) e, in particolare, rimane colpita dall’abilità della musicista Toyoko Sawamura, ascoltata in occasione di uno spettacolo al teatro Kibatei e della quale divenetrà poi allieva. Durante le performance Rōkyoku, Sawamura entra in perfetta simbiosi con il declamatore, impegnandosi affinché ogni nota diventi come la pennellata di un pittore che dipinge di fronte allo spettatore lo scenario del racconto recitato.

 

Il Rōkyoku è un’arte performativa che include elementi narrativi – recitati o cantati da un declamatore – e musica dello shamisen, strumento a tre corde della famiglia del liuto. Nota in passato col nome naniwa-bushi, ebbe origine all’inizio dell’epoca Meiji (1868-1912). Il narratore racconta una storia nella forma di monologo, seguendo una certa intonazione indicata dal musicista dello shamisen. Lo strumento necessita di una accordatura specifica, detta sansagari (accordatura MI-LA-RE). Nato come evoluzione/reinterpretazione di sermoni e canti religiosi, il Rōkyoku si trasforma nel tempo in arte performativa di strada, raccontando i sentimenti della gente comune, incluse obbligazioni morali, empatie, spirito cavalleresco, lealtà, dubbi, amore e via dicendo. Se si confronta con altri generi declamatori (rakugo, kodan), il Rōkyoku si distingue per la mancanza di uno stile codificato; la formazione del narratore (Rōkyokushi) inizia emulando stile e tecnica del proprio maestro, ma ci si aspetta che ogni artista acquisisca un proprio linguaggio espressivo, unico e distintivo; tale unicità è anche il motivo per cui il Rōkyoku non ha i presupposti per essere riconosciuto ufficialmente come un genere di performance tradizionale, non esistendo una tradizione formalizzata. Voce, intonazione e tecnica declamatoria “tanka” – dal tono caustico e pungente – sono gli elementi caratterizzanti il monologo Rōkyoku e ne costituiscono anche l’intrinseca complessità.

 

SENDAI NO ONIFUFU/L’INVINCIBILE COPPIA DI SENDAI

Appartenente al repertorio classico del rōkyoku, racconta la storia di O-Sada – la più bella fanciulla di Sendai, nonché abilissima spadaccina di alabarda (naginata) – e Senzaburō, uno scommettitore dalla vita sregolata che la chiede e ottiene in sposa.

Ogni mattina O-Sada consegna a Senzaburō 1 ryō e lo manda a fare scommesse, e puntualmente l’uomo perde, e torna a casa senza denaro. La cosa va avanti così per giorni, finché una mattina O-Sada ammonisce il marito dicendogli che potrà ottenere il denaro per le scommesse solo se sarà in grado di vincerla a duello.

Nettamente superiore per tecnica e abilità, O-Sada vince più volte Senzaburō con facilità e solo dopo un lungo addestramento presso un rinomato dōjō, l’uomo riesce a terminare il duello in assoluta parità. O-Sada a quel punto getta via l’alabarda e loda il marito per il livello raggiunto. Da allora i due coniugi, conosciuti con l’appellativo Sendai no onifufu (l’invincibile coppia di Sendai), vissero a lungo felici e contenti.

 

 

TEATRO ELFO PUCCINI
CORSO BUENOS AIRES 33 
20124 MILANO
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Biglietteria +39 02.00.66.06.06
biglietteria@elfo.org
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Nanafuku Tamagawa presenta il suo spettacolo anche a Roma e a Trieste:

martedì 29 maggio 2018 ore 19
Istituto Giapponese di Cultura
Via Antonio Gramsci, 74  – 00197 ROMA
http://www.jfroma.it/narrazioni-melodiche-del-giappone/

martedì 12 giugno 2018 ore 19
Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl”
Palazzo Gopcevich
via Rossini 4 – 34132 Trieste

http://www.museoschmidl.it

 

 

Convegno: Il Giappone in Italia

Venerdì 25 maggio e sabato 26 maggio 2018 si svolgerà al Mudec – Museo delle Culture di Milano il convegno “Giappone in Italia: passato, presente e futuro”, L’obiettivo delle due giornate è rispondere alla domanda: in che modo, negli ultimi decenni, la cultura e le tradizioni giapponesi sono state promosse in Italia? Il convegno vuole inoltre celebrare il decimo anniversario dell’Associazione Giappone in Italia e il quarantesimo anniversario del Centro di Cultura Italia-Asia.
Il convegno intende riflettere sul modo in cui negli anni è cambiata la consapevolezza della cultura giapponese, interrogandosi su quali siano stati i punti di svolta nella sua diffusione, quale sia la situazione attuale e quali prospettive ci potranno essere in futuro. Proprio per rispondere a queste domande, abbiamo deciso di creare un appuntamento unico, in cui molte delle personalità che hanno contribuito a forgiare la conoscenza del Giappone in Italia negli ultimi 40 anni possano raccontare in prima persona la propria esperienza, attraverso ricordi personali, aneddoti e curiosità, in una serie di incontri diretti e coinvolgenti.

Il Giappone in Italia: passato, presente e futuro

Milano, 25-26 maggio 2018

 

Programma

Il convegno avrà luogo venerdì 25 e sabato 26 maggio 2018 al MUDEC di Milano, in via Tortona 56. La giornata del 25 maggio sarà interamente dedicata al Giappone contemporaneo, mentre la giornata di sabato 26 proporrà una serie di incontri all’insegna delle espressioni culturali più tradizionali.

Venerdì 25 maggio
10:00 – Saluti istituzionali e presentazione convegno Susanna Marino, Alberto Moro, responsabile Mudec.
10:30-11:30 – Fausto Taiten Guareschi, Rossella Menegazzo
11:30-12:30 – Takahide Sano, Carlo Filippini

12:30-14:00 – Intervallo

14:00-15:00 – Paola Scrolavezza, Laura Dimitrio
15:00-16:00 – Stefania Viti, Sabrina Sala

Sabato 26 maggio
10:30-11:30 – Chiara Pasqualini, Nicoletta Spadavecchia
11:30-12:30 – Alberto Moro, Susanna Marino

12:30-14:00 – Intervallo

14:00-15:00 – Carmen Covito, Giampiero Raganelli
15:00-16:00 – Bruno Riva, Keiko Ando Mei
16:00 – Saluti e ringraziamenti

L’orario di ciascuna delle due giornate sarà dalle 10:30 alle 16:00, con interventi di circa un’ora e un intervallo per il pranzo dalle 12:30 alle 14:00.


Presentazione dei relatori e degli interventi

I relatori e i relativi abstract sono elencati in ordine di intervento.

– Fausto Taiten Guareschi: “Lo zen”

Erano gli anni fecondi del ’68 e al Busen di Cesare Barioli a Milano ci si interrogava sul significato della vittoria sportiva. Il monaco dalla voce profonda insegnava che l’intelletto da solo non può cogliere lo Zen, che bisogna praticare, che il vero Zen è equilibrio, soluzione morale, realizzata seguendo il sistema cosmico assoluto grazie alla pratica del corpo-mente nella vita quotidiana. Riteneva che la maggior parte delle filosofie e delle religioni fossero incomplete perchè troppo spirituali. Lo Zen doveva creare un nuovo dinamismo, un nuovo ordine.

Nato a Fidenza nel 1949, poco più che adolescente intraprende la pratica e lo studio delle arti marziali e in particolare del Jūdō, prima come agonista e poi come insegnante, fondando il Kyu Shin Dō Kai, Scuola Superiore di Arti Marziali a Fidenza (nel 1974). Nel 1984, fonda il Tempio e Monastero di Fudenji, centro di spiritualità e cultura, di cui è secondo Abate dalla fine del 2004. Pubblica diversi libri con Il Cerchio (Rimini) e con Casadeilibri (Padova): il più recente è Fatti di fuoco (2015).

– Rossella Menegazzo: “Proposte e ricezione dell’arte giapponese in Italia”

Attraverso l’analisi di alcuni eventi ed esposizioni d’arte giapponese in Italia si intende evidenziare l’evoluzione delle proposte, i cambiamenti culturali e le relazioni tra i due Paesi nel contesto di politiche e tendenze locali e internazionali.

Rossella Menegazzo, Ph.D, è professore associato di Storia dell’arte dell’Asia orientale all’università degli studi di Milano, curatore di diverse esposizioni d’arte giapponese in Italia e all’estero tra cui “Hokusai, Hiroshige, Utamaro” a Palazzo Reale e “Kuniyoshi, il visionario del Mondo Fluttuante” alla Permanente di Milano (2016-2017); “Hokusai. Sulle orme del maestro” all’Ara Pacis (2017) e “Hiroshige. Visioni dal Giappone in corso alle Scuderie del Quirinale a Roma. È anche autore di volumi e saggi sull’arte, il design e la fotografia giapponesi.

– Takahide Sano: “Watashi no design (Il mio design)”
Un’idea di Giappone presente, passato e futuro attraverso la mia idea di design, nella quale ho sempre cercato di combinare questi elementi, grazie alla conoscenza della storia del mio paese, alla capacità tecnologica di innovare preservando le proprie radici culturali.
Takahide Sano è nato a Tokyo il 06/02/1958. Dopo aver conseguito il diploma in Design Industriale alla Hongo High School di Tokyo, ha cominciato subito a lavorare nel Design Centre di Toshiba (1976 -1988) specializzandosi nel design di prodotti audio-video e TV: tra i prodotti da lui disegnati in quel periodo, più di 60 sono entrati in produzione riscuotendo un grande successo commerciale. Oltre ad operare nel campo del design industriale, ha collaborato con la galleria d’arte Unac Tokyo, per la quale ha progettato allestimenti museali in vari paesi del mondo.

– Carlo Filippini: “Cooperazione economica e commerciale tra Unione Europea e Giappone

UE e Giappone stanno per concludere due accordi molto avanzati, un accordo commerciale e un altro strategico; si vuole non solo eliminare quasi tutti i dazi sulle merci scambiate e risolvere molti delicati problemi economici ma anche cooperare sul fronte dell’ambiente, sicurezza, sviluppo. Questi accordi modificheranno il quadro internazionale per l’economia italiana offrendo sfide e opportunità per le imprese e i gruppi italiani.

Carlo Filippini è professore emerito di economia politica. Laureato all’Università Bocconi, Milano, è stato professore ordinario nella stessa università per più di 30 anni. Svolge tuttora corsi e seminari in università dell’Asia orientale e del Giappone in particolare. Ha ricevuto l’Ordine del Sol Levante, 3° classe. Si interessa di integrazione regionale e sviluppo economico nella regione.

– Laura Dimitrio: “Il Giappone è ancora di moda? L’influsso del Giappone sulla moda italiana tra XX e XXI secolo”

A partire dagli anni settanta del Novecento, in concomitanza con un rinnovato interesse per il Giappone e per la sua cultura, si sono registrati nella moda italiana significativi influssi giapponesi. Infatti diversi stilisti italiani si sono ispirati non solo al kimono e all’abbigliamento tradizionale, ma anche alla moda giapponese d’avanguardia.

Si occupa di storia della moda italiana del XX secolo e delle relazioni culturali e artistiche tra Italia e Giappone. Tra le sue pubblicazioni, si ricordano saggi sul giapponismo nell’arte e nella moda, sui costumi per la prima rappresentazione di “Madama Butterfly” (Quaderni Asiatici – rivista del Centro di Cultura Italia-Asia) e sulla condizione di lavoro delle sarte a Milano nel Novecento.

– Paola Scrolavezza: “Non solo Banana: la letteratura giapponese in Italia nell’era digitale”

Se a caratterizzare la letteratura giapponese sul finire del secondo millennio è l’erosione della distinzione fra cultura alta e cultura di massa, il contemporaneo ci impone con crescente urgenza di confrontarci con l’avanzare dell’era digitale, e con i suoi effetti in termini di produzione, fruizione e percezione della letteratura, non più alta o di massa, ma pop e – grazie all’ubiquità del web – globale. Quali sono dunque le ricadute dei processi in atto sulla diffusione e sull’immagine della letteratura giapponese in Italia?

Paola Scrolavezza insegna Cultura e Letteratura Giapponese presso l’Università di Bologna e svolge le sue ricerche nell’ambito della letteratura e cultura del Giappone moderno e contemporaneo. I suoi interessi si concentrano in particolare sulla letteratura femminile e sulla letteratura di genere, noir e Sci-Fi, nonché sulle intersezioni fra cinema, letteratura e spazio urbano. Autore di numerose pubblicazioni a carattere critico e saggistico, ha tradotto in italiano Ogawa Yoko, Higashino Keigo, Ekuni Kaori e Hayashi Fumiko. Dal 2011 è curatore di NipPop, progetto patrocinato e promosso dall’Ateneo e dal Comune di Bologna, incentrato sulle culture pop del Giappone contemporaneo e sulla loro diffusione in Italia.

– Stefania Viti: “Italia e Giappone: quando il dialogo è gourmet”

Un excursus del dialogo gastronomico tra Italia e Giappone dagli anni ‘80 ad oggi. L’intervento si snoderà attraverso l’analisi delle motivazioni che le hanno avvicinato i due universi gastronomici: due tradizioni culinarie essenziali, che dedicano grande attenzione alle materie prime e agli ingredienti modificandoli il meno possibile. Due paesi dal clima affine che, pur nelle differenze, hanno sviluppato poca necessità di fare uso di salse o grassi in eccesso; due cucine che apprezzano la semplicità, tanto nello street-food, quanto nel gourmet.

Stefania Viti è una giornalista professionista con esperienza internazionale. Laureata all’Università Ca’ Foscari di Venezia in Lingua e Letteratura Giapponese, parla fluentemente giapponese e inglese. Ha vissuto a Tokyo per circa dieci anni, dove ha lavorato in una rivista giapponese. Attualmente risiede e lavora a Milano. Scrive di società, attualità, cultura, cibo, moda, design e lifestyle relativi al Giappone contemporaneo per testate nazionali internazionali. All’attività editoriale affianca quella di consulente comunicazione, ufficio stampa e PR per società e aziende, specialmente nell’ambito italo-giapponese.

– Sabrina Sala: “Il Manga Italiano: sogno o realtà?”
Cresciute a pane, anime e manga, più di una generazione di appassionati lettori e telespettatori sogna oggi di diventare “mangaka”, facendo del fumetto giapponese un vero e proprio culto. Dai precursori del Manga Italiano a un’editoria nostrana finalmente aperta anche a questa prospettiva. Uno sguardo al possibile fumetto italiano del futuro.

Classe 1974. Appassionata di animazione e fumetti giapponesi fin dal loro esordio nel nostro Paese, passa inevitabilmente dalle “fanart” alla creazione di soggetti e personaggi originali e fa delle sue passioni il suo lavoro muovendosi negli ambiti che ama di più: editoria e tv. A sua cura, la mostra “Romanzi: anime dei manga” entrata nell’offerta dell’edizione di Bookcity 2014. Personalissime, invece, le mostre “In principio fu Goldrake” e “Semplicemente Oscar” che attraverso una lunga serie di illustrazioni analizzano la sua passione per l’animazione giapponese. Ad oggi, è docente di disegno e sceneggiatura nel corso Manga della Scuola del Fumetto di Milano.

-Alberto Moro: “Cerimonia del tè”

Affronterò il tema della cerimonia del tè parlando dello studio e della pratica che ho svolto in oltre 20 anni. Tutta la mia attività di apprendimento e di insegnamento si concentra sull’individuazione degli aspetti più profondamente spirituali, legati alla pratica dello Zen e al senso dell’ospitalità che appartiene a tutti i popoli. Racconterò la pratica della cerimonia del tè cercando di escludere tutti gli elementi folkloristici ed esteriori per concentrarmi sulle fondamenta, nell’intento di evidenziarne i valori universali, comprensibili da tutte le culture.

È il Presidente dell’Associazione Culturale Giappone in Italia, di cui è stato socio fondatore nel 2007. Ha organizzato negli anni diverse iniziative culturali di successo. In particolare è stato il Presidente di tutte e tre le edizioni del Milano Manga Festival promosso in collaborazione con il Comune di Milano e il Consolato Generale del Giappone a Milano.
Raffinato estimatore della cultura giapponese in tutti i suoi aspetti, Alberto Moro è membro della scuola Urasenke di Milano dal 1993. Esperto di cinema giapponese, amante del Web, coltiva da anni amicizie e legami con persone che condividono la sua stessa passione per il Giappone.

-Susanna Marino: “Alle origini delle relazioni culturali tra Italia e Giappone: un contributo milanese ai primi quarant’anni (1866-1906)”

Una casuale sincronia di eventi fa sì che nella seconda metà dell’Ottocento Italia e Giappone si trovino ad affrontare lo stesso problema, ovvero accorciare il più rapidamente possibile il distacco di sviluppo economico che li separa dalle grandi potenze, diventando loro stessi rispettati e temuti. A partire dalla seconda metà del XIX secolo, inoltre, le relazioni tra i due paesi acquistano via via maggiore regolarità, vedendo privilegiati soprattutto gli scambi in ambito artistico e, in misura minore, commerciale e militare.

Susanna Marino docente di lingua e Istituzioni di Cultura giapponese presso l’Università Bicocca di Milano – Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione – e presso la Scuola Superiore per Mediatori Linguistici di Varese. Collabora come autrice per la casa editrice Zanichelli (Dizionario it -giap/ giap – it, Breve grammatica della lingua giapponese, La scrittura giapponese, Impara il giapponese con Zanichelli) e della casa editrice Goware (in pubblicazione Ainu: frammenti di un popolo). Presidente e responsabile area Giappone per il Centro di Cultura Italia – Asia.

-Nicoletta Spadavecchia: “Verso un villaggio sempre più globale?”

Cinquant’anni fa il Giappone era considerato ancora un Paese lontano, una terra diversa da ogni immaginazione, un esempio di cultura esotica. Il primo impatto di chi lo avvicinava poteva essere positivo o negativo, ma sempre una scoperta tanto sconvolgente da mettere in discussione ogni certezza. La letteratura ha stimolato questo immaginario, attraverso autore come Kawabata, Tanizaki, Mishima …

Si laurea in Lingue e letterature Orientali all’Università degli Studi di Venezia “Ca’ Foscari” nel 1971 e lo stesso anno va a Tokyo con una borsa di studio di due anni e mezzo del Governo Giapponese, per approfondire la conoscenza della letteratura giapponese moderna e contemporanea. Al rientro in Italia mette a frutto le competenze acquisite, insegnando lingua e cultura giapponese presso la Sezione Lombarda dell’Is.M.E.O. – Is.I.A.O. e traducendo testi di letteratura e saggistica.

-Chiara Pasqualini: “Il Giappone e le stelle”

L’osservazione del cielo fa parte della cultura di ogni civiltà fin dai tempi più remoti. Tuttavia si mettevano in relazione con le stelle anche concetti che facevano parte di svariati ambiti della vita quotidiana e della cultura in generale. Se prendiamo in considerazione il Giappone, attraverso l’osservazione di corpi celesti come il sole e la luna, di alcune costellazioni come Orione e di alcune stelle come Vega e Altair è possibile parlare ad esempio di kimono o degli hyoshigi, della Guerra del Genpei, di shintoismo, buddismo e confucianesimo, del Taketori Monogatari, del matsuri chiamato Tanabata e così via.

Chiara Pasqualini. Laurea in Ingegneria delle Telecomunicazioni, durante il periodo dell’Università studia la lingua Giapponese presso l’Is. I. A. O. Istituto per l’Africa e l’Oriente a Milano per poi soggiornare per lavoro in Giappone per più di un anno. Al suo rientro in Italia viene selezionata per la manutenzione e l’uso del planetario Zeiss modello IV nasce così una sua nuova e grande passione: l’astronomia.

-Carmen Covito: “Alle radici del sole: 35 anni di teatro giapponese a Milano”

Nel 1983 il festival “Alle radici del sole. Forme e figure della scena giapponese” inaugurò una nuova stagione di conoscenza ed approfondimento del teatro giapponese. Carmen Covito ne racconta la storia e alcuni retroscena.

Scrittrice e studiosa di cultura giapponese, è presidente dell’associazione culturale ASIATEATRO (www.asiateatro.it) e dirige l’omonima rivista di studi online.

-Giampiero Raganelli: “La conoscenza in Italia del cinema giapponese negli ultimi 40/50 anni”

Rashomon e l’approdo a Venezia, nel dopoguerra, ad altri festival europei del cinema giapponese – L’arpa birmana e i cineclub – La nuova onda del cinema anni ’60 e la sua scoperta nei festival sul nuovo cinema come Pesaro – Il ruolo della trasmissione Fuori orario nella ricoperta dei classici come Ozu – La situazione contemporanea: il ruolo di case specializzate come la Tucker nella distribuzione del cinema giapponese contemporaneo.

Giampiero Raganelli, giornalista, critico cinematografico e teatrale, specializzato in cinema orientale. Collabora con alcune riviste e numerose testate online specializzate, Quinlan, Nocturno, Filmidee, Cineclandestino. Tra i coautori dei volumi «Il film in cui nuoto è una febbre», monografia sui registi emergenti a livello internazionale, e «The Monster Show», guida la cinema mostruoso per ragazzi, edito dalla Cineteca di Bologna. Recentemente ha curato la terza monografia INLAND dedicata a Lav Diaz, edita da Bietti.

-Bruno Riva: “La via della calligrafia: da Kyōto a Tōkyō via Milano”

Il 7 aprile 1994, dopo lo zazen, il monaco Taiun Matsunami mi diede qualche consiglio di scrittura e sparì. Rimasto solo al Ryōsen-an continuai a copiare kanji per tutto il giorno. Più tardi tornò e mi regalò un suo vecchio manuale di shodō. Da allora ho tracciato milioni di caratteri nelle diverse scritture. I miei allievi di Milano mi seguono in questa pratica e tornano in Giappone con me per una mostra, un concorso, un esame da sostenere alla Japan Educational Calligraphy Federation.

Bruno Riva, calligrafo, incide sigilli da 25 anni. Ha studiato con importanti maestri giapponesi e cinesi; è membro e maestro della Japan Educational Calligraphy Federation di Tokyo e di altre associazioni calligrafiche. Cura mostre calligrafiche e tiene conferenze, seminari e performance; elabora documentazione didattica, articoli per riviste e testi teorici.
Le sue opere sono state esposte nelle maggiori mostre di calligrafia in Cina, Giappone, Corea, Europa, e Stati Uniti e sono entrate in diverse collezioni pubbliche.

– Keiko Ando Mei: “Ikebana, Arte zen”

I monaci zen hanno sempre affermato che “la Natura è Maestra di vita”. L’arte dell’Ikebana, creando un profondo rapporto di partecipazione con la vita intorno a sè, è proprio la pratica migliore per la realizzazione di tali…

Nata a Chiba, in Giappone, sin dalla fanciullezza ha coltivato l’arte dell’ikebana, lo Shodo, la Cerimonia del tè, il Koto e praticato Zen secondo gli insegnamenti del celebre monaco Hirai Genkyo del tempio Zenshoan di Tokyo. Dopo un breve soggiorno in America nel 1975 si è trasferita a Milano e insieme al marito Massimo Mei ha fondato il Centro di Cultura giapponese che attualmente dirige. Ha tenuto numerose conferenze e organizzato mostre e convegni tra cui quelli principali alla Triennale, a Palazzo Reale, a Palazzo Bagatti Valsecchi, a PAC Padiglione d’Arte Contemporanea, al Museo Poldi Pezzoli, all’Università Bocconi e all’Università Ca’ Foscari e tanti altri. Ha pubblicato recentemente due libri; “Ikebana Arte zen” e “Da cuore a cuore Grandi Maestri zen ti parlano”.

Il Giappone in Italia: passato, presente e futuro
Milano, 25-26 maggio 2018
Mudec – Museo delle Culture di Milano, via Tortona 56

Con il patrocinio del Consolato Generale del Giappone a Milano
Associazione Culturale Giappone in Italia
via Lamarmora 4, Milano
www.giapponeinitalia.org | info@giapponeinitalia.org

Centro di Cultura Italia-Asia
Via F. Testi, 86, Milano
www.italia-asia.it | info@italia-asia.it

Le mille Vie della calligrafia


Da mercoledì 25 a domenica 29 aprile 2018

presso il MUDEC – Museo delle Culture
Spazio delle Culture “Khaled al-Asaad”
via Tortona 56 – Milano

Nel decennale della sua fondazione, l’Associazione culturale shodo.it presenta una mostra-installazione sulle mille vie che i calligrafi oggi possono seguire nella pratica di un’arte tradizionale e insieme contemporanea.

Le mille Vie della calligrafia

Nelle culture dell’Asia, e in particolare in Giappone e in Cina, le arti tradizionali rappresentano una “via” da percorrere sia come pratica artistica sia come ricerca spirituale. Per celebrare il suo primo decennale sulla Via della calligrafia, l’associazione shodo.it dedica perciò questa mostra al tema del percorso, il dō in giapponese, dao in cinese.

La mostra presenterà un’installazione calligrafica e opere su sottili teli di seta e di cotone di grandi dimensioni che illustrano il percorso a volte lineare a volte tortuoso di chi insieme a noi si è avventurato in questi anni nello studio e nella pratica della calligrafia.
Questo percorso sarà affiancato da una serie di elaborazioni digitali di opere storiche che illustrano lo sviluppo (ancora una volta la Via) della scrittura sino-giapponese dagli albori (1600 a.C) alle avanguardie della seconda metà del Novecento.

Durante tutta la durata dell’esposizione, da mercoledì a domenica, i calligrafi dell’associazione saranno all’opera nello spazio espositivo, realizzando a terra opere di medie e grandi dimensioni.

Orari della mostra e attività:

Orari di apertura della mostra: mercoledì 25, venerdì 27 e domenica 29 ore 10:30-19:30;
giovedì 26 e sabato128  ore 10:30-22:30

giovedì 26 aprile
ore 18:00 Inaugurazione, con interventi di Katia Bagnoli “Sulla Via” e Bruno Riva “Le Vie delle calligrafie”

venerdì 27 aprile
dalle ore 15:00 alle 17:00 seminario di pratica calligrafica (15 partecipanti);
ore 18:00 Conferenza di Bruno Riva “Oltre la calligrafia: dalla tradizione all’arte contemporanea tra Occidente e Oriente”

sabato 28 aprile
dalle ore 15:00 alle 17:00 seminario di pratica calligrafica (15 partecipanti);
ore 18:00 Conferenza di Carmen Covito “Prima del design: estetica degli strumenti di scrittura in Giappone”

domenica 29 aprile
dalle ore 15:00 alle 17:00 seminario di pratica calligrafica (15 partecipanti).

Per partecipare ai seminari è necessario prenotare scrivendo a: katia@shodo.it

 


Credits:

Ideazione, progettazione e coordinamento: Katia Bagnoli Riva e Bruno Riva

Curatela e allestimento: Bruno Riva e Katia Bagnoli Riva

Ufficio stampa, web e social: Carmen Covito

Progettazione dell’allestimento: Bruno Riva

Catalogo: Bruno Riva e Carmen Covito

Logo della mostra: ©Bruno Riva

Grafica e Fotografie: ©Emanuela Fecchio

Video “Sulla Via”:  ©Gregory Stevenson Piccolo


www.shodo.it

Convegno a Milano 5-6 Aprile 2018

“Italy and Japan: Relations and Exchanges through the Arts”
5 e 6 Aprile 2018

Organizzato dal Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali dell’Università degli Studi di Milano con il supporto speciale della Ishibashi Foudation di Tokyo, con il patrocinio dell’Ambasciata del Giappone a Roma e dell’Istituto di Cultura Giapponese a Roma, oltre che del Carc e del Dipartimento di Scienze della Mediazione Linguistica e Culturale, e con il coordinamento della prof.ssa Rossella Menegazzo, si tiene nei giorni 5-6 APRILE 2018 presso la Sala Napoleonica di via Sant’Antonio 12, il convegno internazionale “Italy and Japan: Relations and Exchanges through the Arts”.

Studiosi, artisti, museali, professionisti del mondo dell’arte, del design, dell’architettura, dei beni culturali italiani e giapponesi discuteranno di esperienze d’incontro e d’eccellenza tra i due Paesi.

In apertura di convegno avverrà la donazione ufficiale dei 300 volumi di storia dell’arte giapponese alla Biblioteca di Dipartimento da parte del Direttore della Ishibashi Foundation, Dr. Nishijima Taiji.

Si prega di registrarsi al seguente link:
http://www.unimi.it/eventir/registrazione?code=2167

Scarica il programma:
Italy and Japan – 5 e 6-aprile-2018.pdf

 

47 rōnin

7 marzo 2018 ore 18
Eurasia Language Academy
viale Andrea Doria 35, Milano

I vassalli fedeli di Akō
ovvero “la vendetta dei 47 rōnin”. Dalla storia al mito.

conferenza di Rossella Marangoni

Ingresso libero

Kuniyoshi

Per le numerose implicazioni che lo caratterizzano, l’episodio storico conosciuto come Akō gishi jiken 赤穂義士事件 (il caso dei guerrieri giusti di Akō) si colloca nel punto di incontro fra le due grandi direttrici culturali che caratterizzarono il periodo Tokugawa 徳川 時代 (1603-1868): la cultura popolare urbana, espressione soprattutto delle classi mercantile e artigiana, e la cultura alta, quella dell’élite guerriera al potere, che fece un uso strumentale e spregiudicato sia del pensiero confuciano quale strumento di dominio che del richiamo alla virtù della lealtà quale forma di controllo dei guerrieri contro potenziali tentazioni di rivolta.

L’episodio degli Akō gishi venne analizzato, anzi, vivisezionato e variamente giudicato dai pensatori confuciani giapponesi di maggior spicco dell’epoca, ma venne anche celebrato a livello popolare e sublimato poeticamente dalle forme teatrali predilette dalla gente comune, il teatro delle marionette (jōruri) e, soprattutto, il kabuki.

Rossella Marangoni ha dedicato uno studio approfondito a questo episodio della  storia culturale del periodo Edo, che continua ancora oggi a suscitare l’interesse degli artisti giapponesi ed è stato portato recentemente all’attenzione del pubblico internazionale attraverso adattamenti cinematografici al confine con il genere fantasy.