Sabato 17 novembre ore 21 Il Giappone tra pop e sublime con l’autore Giorgio Amitrano dialoga Carmen Covito
Iro in giapponese significa colore. Iro iro, raddoppiato, è una miscellanea variopinta, un insieme articolato e sorprendente. E così è questo libro, che accompagna il lettore in un viaggio inaspettato e iridescente attraverso la vita, la cultura e le contraddizioni del Giappone di oggi. Giorgio Amitrano è uno dei massimi nipponisti italiani. Per quattro anni direttore dell’Istituto di Cultura italiana a Tokyo, docente di Lingua e letteratura giapponese all’Università degli studi di Napoli L’Orientale, Amitrano è il traduttore di autori di culto come Yoshimoto Banana, Murakami Haruki, Kawabata Yasunari, Miyazawa Kenji. Con lui scopriremo il Giappone più autentico, multiforme, capace di muoversi agilmente fra tradizione e modernità.
Il LIBRO DI CUI SI PARLA: Giorgio Amitrano, “Iro iro”, DeA Planeta Libri
La maschera e il corpo corso di storia ed estetica
del teatro giapponese
a cura di Asiateatro (www.asiateatro.it)
Teatro Elfo Puccini | ottobre 2018 – febbraio 2019
Otto lezioni per conoscere la grande tradizione teatrale giapponese, dalle origini nel mito e nel rito alla fioritura dei generi classici (nō, kabuki, bunraku) fino al teatro-danza contemporaneo. Ancora carico della magia dei riti antichi della possessione sciamanica eppure capace di costante rinnovamento, il teatro giapponese è il modello di un “teatro totale” che ha affascinato le avanguardie europee. Scopriremo la sua storia e le sue tecniche attraverso video, immagini e testi in compagnia delle docenti Carmen Covito e Rossella Marangoni, presidente e vicepresidente di AsiaTeatro.
Corso introduttivo: 8 lezioni con cadenza quindicinale, il giovedì dalle ore 18.30 alle ore 20.30
Calendario: 25 ottobre, 8 e 22 novembre, 6 dicembre 2018, 17 e 31 gennaio, 14 e 28 febbraio 2019
Costo: € 200 (sconto 10% a studenti e abbonati Elfo) Costo: € 200 (sconto 10% a studenti e abbonati Elfo)
(+ € 10 quota di iscrizione all’associazione culturale AsiaTeatro per chi non è ancora socio)
Dove: Teatro Elfo Puccini – Corso Buenos Aires 33 – Milano
Il programma del corso:
Introduzione storico-antropologica. Le forme più antiche della rappresentazione in Giappone (kagura, sarugaku, gigaku, bugaku)
Le forme classiche: il nō (parte prima)
Le forme classiche: il nō (parte seconda)
Le forme classiche: il kyōgen
Le forme classiche: il bunraku
Le forme classiche: il kabuki (parte prima)
Le forme classiche: il kabuki (parte seconda)
Il recupero della tradizione nel teatro danza contemporaneo.
L’ordine delle lezioni è indicativo e potrebbe cambiare in caso di necessità.
Poiché sono stabiliti un numero minimo e un numero massimo di iscritti, preghiamo le persone interessate di inviare una mail di preiscrizione con i propri recapiti all’indirizzo: web@asiateatro.it
Finalmente è stato ripubblicato uno dei meravigliosi libri di Graziana Canova sulla cucina giapponese: “La cucina Zen” che non solo ci propone 65 ricette perfettamente riproducibili anche dai meno esperti, ma ci racconta con il consueto garbo e la consueta esattezza le origini, i metodi e gli ingredienti della cucina dei monasteri.
Graziana Canova Tura
La cucina zen
La perfetta imperfezione
Nella vita all’interno di un monastero zen, accanto alle pratiche spirituali, si dedica un’attenzione particolare a necessità quotidiane più terrene, come la preparazione del cibo. Fuori del Giappone quasi nulla si sa della cucina zen, spesso confusa con la macrobiotica o con la cucina tradizionale giapponese. Il volume rivela un mondo sconosciuto e affascinante, con i suoi precetti religiosi e le sue regole minuziose, offrendo anche un panorama dell’origine storico–culturale del vegetarianesimo zen. Seguendo un proverbio nipponico che recita «Se non l’assaggiate, non ne conoscerete mai il sapore», le ricette presentate permettono ai lettori di apprezzare una cucina sana, essenziale e gustosa.
a cura di Andrea Maurizi
Marsilio 2018
ISBN 978-88-317-4980-0
Lo Ise monogatari (I racconti di Ise) è una delle opere più conosciute e apprezzate della produzione letteraria del periodo Heian (794-1185). Nella versione più attestata dagli studiosi, si presenta come una raccolta di 125 brevi aneddoti (dan) incentrati sulla descrizione di momenti particolarmente salienti delle avventure amorose di un anonimo nobile di corte. Tradizionalmente interpretata come una biografia romanzata di Ariwara no Narihira (825-880), non rappresenta però solo un raffinato e ben congegnato canzoniere d’amore dell’antico Giappone. L’importanza e la popolarità dell’opera risiedono anche nella sua capacità di esprimere i dettami del codice estetico del fūryū, termine di origine cinese usato in Giappone per alludere all’aristocratica eleganza che infonde le esistenze dei protagonisti dei monogatari.
Dopo il Genji monogatari (La storia di Genji, XI secolo), è di certo l’opera di letteratura classica che presenta il maggior numero di traduzioni in giapponese moderno e in lingue occidentali, di riduzioni in manga e di studi critici.
Questa nuova traduzione di Andrea Maurizi, bellissima, è da considerarsi una vera e proprio edizione critica, corredata da un’esauriente introduzione all’opera e alla sua collocazione storica e con uno straordinario apparato di note che analizzano ogni dettaglio delle composizioni.
Teatro Elfo Puccini
Corso Buenos Aires 33 – Milano
sala Bausch | lunedì 11 giugno 2018
ore 19:30
Asiateatro e Teatro dell’Elfo presentano:
NARRAZIONI MELODICHE DEL GIAPPONE
Nanafuku Tamagawa (Rōkyoku-shi) e Mifune Sawamura (shamisen)
interpretano
SENDAI NO ONIFUFU (L’INVINCIBILE COPPIA DI SENDAI)
CENERENTOLA (adattamento per Rōkyoku della Cenerentola di Charles Perrault, a cura di Nanafuku Tamagawa)
introducono Matilde Mastrangelo e Stefano Romagnoli (Dipart. ISO “Sapienza” Università di Roma)
coproduzione Asiateatro e Teatro dell’Elfo
in collaborazione con Agenzia degli Affari Culturali del governo giapponese, Istituto Giapponese di Cultura/Japan Foundation, Istituto Italiano di Studi Orientali Università di Roma Sapienza.
Una cantastorie dei nostri giorni, accompagnata dalla suggestiva musica dello shamisen, declamerà in chiave Rōkyoku due affascinanti storie leggendarie: Sendai no onifufu (L’invincibile coppia di Sendai), tratta dalla tradizione fiabesca giapponese, e Cenerentola, reinterpretazione originale di Nanafuku Tamagawa della celeberrima fiaba di Charles Perrault. Sul palco, con la sua irrefrenabile verve di declamatrice Rōkyoku, la stessa Nanafuku Tamagawa (attrice, autrice, produttrice di eventi Rōkyoku), affiancata allo shamisen da Mifune Sawamura.
Lo spettacolo, in lingua originale con sottotitoli in italiano, sarà preceduto da un’introduzione a cura della prof.ssa Matilde Mastrangelo e del dott. Stefano Romagnoli della “Sapienza” Università di Roma.
Nanafuku Tamagawa, declamatrice Rōkyoku
Allieva di Fukutaro Tamagawa II, nel 1995 debutta nel mondo delle arti declamatorie come musicista di shamisen per Rōkyoku. Affascinata allo stesso tempo dal ruolo di narratore, nel 2001 interrompe la carriera di musicista per dedicarsi alla declamazione. Dal 2004 lavora anche come produttrice e curatrice di adattamenti per Rōkyoku di celebri storie come Cenerentola e La Traviata. Nel 2006 assume il nome d’arte Nanafuku, congedandosi dal vero nome Mihoko. La sua versatilità le offre spesso occasioni di collaborazione con artisti e musicisti di diversi ambiti performativi e musicali. Insegna presso la Kyoto University of Art and Design. È stata nominata “ambasciatrice culturale del Giappone” per l’anno 2018 dall’Agenzia per gli Affari Culturali del governo giapponese, con il compito di far conoscere all’estero la sua arte.
Mifune Sawamura, shamisen
Originaria della Prefettura di Chiba, durante gli studi universitari Sawamura subisce il fascino della musica del gidayu shamisen (un tipo di shamisen a metà tra il nagauta e lo Tsugaru shamisen) e, in particolare, rimane colpita dall’abilità della musicista Toyoko Sawamura, ascoltata in occasione di uno spettacolo al teatro Kibatei e della quale divenetrà poi allieva. Durante le performance Rōkyoku, Sawamura entra in perfetta simbiosi con il declamatore, impegnandosi affinché ogni nota diventi come la pennellata di un pittore che dipinge di fronte allo spettatore lo scenario del racconto recitato.
Il Rōkyoku è un’arte performativa che include elementi narrativi – recitati o cantati da un declamatore – e musica dello shamisen, strumento a tre corde della famiglia del liuto. Nota in passato col nome naniwa-bushi, ebbe origine all’inizio dell’epoca Meiji (1868-1912). Il narratore racconta una storia nella forma di monologo, seguendo una certa intonazione indicata dal musicista dello shamisen. Lo strumento necessita di una accordatura specifica, detta sansagari (accordatura MI-LA-RE). Nato come evoluzione/reinterpretazione di sermoni e canti religiosi, il Rōkyoku si trasforma nel tempo in arte performativa di strada, raccontando i sentimenti della gente comune, incluse obbligazioni morali, empatie, spirito cavalleresco, lealtà, dubbi, amore e via dicendo. Se si confronta con altri generi declamatori (rakugo, kodan), il Rōkyoku si distingue per la mancanza di uno stile codificato; la formazione del narratore (Rōkyokushi) inizia emulando stile e tecnica del proprio maestro, ma ci si aspetta che ogni artista acquisisca un proprio linguaggio espressivo, unico e distintivo; tale unicità è anche il motivo per cui il Rōkyoku non ha i presupposti per essere riconosciuto ufficialmente come un genere di performance tradizionale, non esistendo una tradizione formalizzata. Voce, intonazione e tecnica declamatoria “tanka” – dal tono caustico e pungente – sono gli elementi caratterizzanti il monologo Rōkyoku e ne costituiscono anche l’intrinseca complessità.
SENDAI NO ONIFUFU/L’INVINCIBILE COPPIA DI SENDAI
Appartenente al repertorio classico del rōkyoku, racconta la storia di O-Sada – la più bella fanciulla di Sendai, nonché abilissima spadaccina di alabarda (naginata) – e Senzaburō, uno scommettitore dalla vita sregolata che la chiede e ottiene in sposa.
Ogni mattina O-Sada consegna a Senzaburō 1 ryō e lo manda a fare scommesse, e puntualmente l’uomo perde, e torna a casa senza denaro. La cosa va avanti così per giorni, finché una mattina O-Sada ammonisce il marito dicendogli che potrà ottenere il denaro per le scommesse solo se sarà in grado di vincerla a duello.
Nettamente superiore per tecnica e abilità, O-Sada vince più volte Senzaburō con facilità e solo dopo un lungo addestramento presso un rinomato dōjō, l’uomo riesce a terminare il duello in assoluta parità. O-Sada a quel punto getta via l’alabarda e loda il marito per il livello raggiunto. Da allora i due coniugi, conosciuti con l’appellativo Sendai no onifufu (l’invincibile coppia di Sendai), vissero a lungo felici e contenti.